Photo Credit: CERN
Premi Nobel a colazione
Sabato 12 dicembre 2020, all’età di 99 anni, ci ha lasciato il premio Nobel per la fisica Jack Steinberger.
In questi anni l’ho incontrato decine di volte in caffetteria del CERN il caro Jack quando la mattina con la sua calma arrivava, si prendeva il cappuccino e la brioche.
Le prime volte lo guardavo mentre con calma sceglieva dove sedersi per chiacchierare con altri colleghi anziani, in alcune occasioni invece era da solo e si sedeva dove capitava. Spesso in queste occasioni si metteva a chiacchierare con qualsiasi persona fosse seduta nei paraggi, di frequente questi “fortunati” erano proprio studenti e nuovi colleghi. “Ecco la sua vittima di oggi” mi dicevo, cosciente della fortuna nel trovarsi a bere il caffè con un premio Nobel. Era il 1988 infatti quando a Jack Steinberger insieme a Leo Lederman e Melvin Schwartz, venne conferito il Nobel per la scoperta di uno dei tre neutrini conosciuti, quello muonico (gli altri sono quello elettronico e tauonico).
NNella primavera del 2012 toccò anche a me di essere la vittima fortunata. Lo vidi arrivare e man mano che si avvicinava al tavolo dov’ero seduto l’emozione saliva; con un sorriso mi salutò per poi cominciare a chiedermi chi fossi, in che esperimento lavorassi e da quale Università arrivassi per poi ricordarsi i nomi di vecchi fisici di questa o quell’altra Università. Caso volle che proprio qualche giorno prima i “neutrini più veloci della luce” fossero finiti su tutti i giornali del mondo a causa di un seminario tenuto al CERN da parte da alcuni rappresentanti della collaborazione OPERA, un esperimento all’epoca in funzione nei laboratori INFN del Gran Sasso che intercettava i neutrini prodotti al CERN in un piccolo tunnel di 70 m in direzione del laboratorio Italiano. Siccome superare la velocità della luce sarebbe una violazione della relatività ristretta di Einstein, colsi l'occasione di avere di fronte un esperto mondiale di neutrini e chiesi a Jack cosa pensasse di quel seminario e mi rispose con una parola solo: “bullshits”.
Aveva ragione ovviamente, a distanza di qualche mese l’esperimento fece marcia indietro ammettendo un palese errore di misura.
Ciao caro Jack, ci mancherai tanto.